lunedì 26 giugno 2017

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«SEI MAI STATO OLTRE IL CONFINE?»
«MOLTE VOLTE, FORSE ANCHE TROPPE.»
«DA CHE PARTE OLTRE IL CONFINE?»
«DOVUNQUE. OGNI VOLTA UN POSTO DIVERSO. 
OGNI VOLTA LO STESSO POSTO.»

C’è una strana poesia dietro la decadenza. È così ed è sempre stato così. I grandi poeti lo sapevano e l’hanno sfruttata senza farsi troppi problemi. 
Anche in queste pagine c’è una strana poesia. Viene sempre da quel senso di decadenza che accompagna le storie di strada, le storie di quella gente che si trova dalla parte opposta a chi è “arrivato”. Bassifondi in cui rubare un sacchetto di marijuana significa che qualcuno finirà molto male. 
Impietosa, bastarda, maledetta e meravigliosa storia di strada. Da qui a Nowhere, attraverso un
deserto senza distributori di benzina, e poi magari fermarsi ad Overthere, scoprendo che dietro ogni nome ed ogni riferimento c’è qualcosa da capire...

NON LASCIARTI SFUGGIRE L'OCCASIONE DI LEGGERE QUALCOSA DI DIVERSO !!


lunedì 19 giugno 2017

Capitolo 2 - Gli anni delle anime pure.


Capitolo 2

Gli anni delle anime pure.

Le estati si susseguirono rapide come i vagoni di quel lungo treno che quasi li aveva uccisi.
Ralph e Jack crescevano come anime pure in un mondo così sporco da lordare le ali degli angeli.
La loro amicizia era legata da un indissolubile filo, duro come il più resistente dei metalli, niente avrebbe potuto reciderlo.
La scuola diventava sempre più piccola, così i banche  e le sedie, mentre loro stessi e le loro anime crescevano nell’assoluta indifferenza della gente, spiriti liberi, non curanti di nulla e nessuno.
Il loro mondo era anni luce di distanza da quel piccolo pianeta su cui il resto delle persone trascorreva la propria esistenza, il loro mondo era dentro di loro.
Le scuole medie le trascorsero in differenti istituti, ma poco importava, i centimetri di muro, le ore di lezione e le strade che li separavano erano solo una lunga attesa prima della campanella.
Jack benché avesse una famiglia con problemi difficili da comprendere, soprattutto per un bambino di quell’età, era riuscito a mettersi a pari con gli studi ed in questo Ralph aveva di che vantarsi, poiché si era sempre reso disponibile e soprattutto utile nell’aiutarlo con i compiti e le lezioni. Fu una piccola ancora di salvezza, del resto questo fanno gli amici, altrimenti a cosa servono.
Jack dal canto suo ripagò il suo amico portandolo a conoscenza di talune cose che nel mondo sono degne di essere svelate, una su tutte la musica e la passione.
Già la passione per un qualcosa di così grande che possa farti sognare di essere qualcun altro, in un qualsiasi altro posto che non sia qui.
La passione che cresceva in Jack era grande, così come grande era la curiosità che Ralph aveva.
Una curiosità che lo spingeva a seguire Jack nelle sue letture e nei suoi ascolti.
La piccola radio che risuonava sotto il portico riusciva sempre a farli sognare, e si immaginavano re del rock, sopra un palcoscenico, con in mano una bianca chitarra e la gente sotto il palco che gridava per loro, ed il manico di scopa ora era l’asta di un microfono, ora il manico di una stratocaster.

L’ultima estate passata da ragazzini fu la più rapida a scorrere, i primi timidi peli sul petto e quell’incalzante richiamo della natura che si chiama pubertà li facevano fremere di conoscere l’altra parte del mondo, quella che porta le gonne colorate e i calzini a fiorellini.
Arrivò presto settembre, il caldo era ancora lì, come sempre a circondare ogni cosa, a sollevare la polvere, a seccare le labbra.
Ralph quella mattina prese il motorino che gli era stato regalato per la promozione all’esame di giugno.
Non aveva ancora l’età giusta, l’obbligo era di usarlo solo intorno a casa, ma Ralph con molta attenzione si arrischiava di guidare lungo le strade di campagna fino in città, evitando di incappare nella legge, per andarsi a comprare un gelato, un giornale a fumetti o andare ad ascoltare la radio insieme a Jack.
Quella mattina arrivò fino al cortile della scuola, nessuno lo guardava, in pochi lo conoscevano, la scuola era nuova, così come quelli che sarebbero stati i suoi futuri compagni.
Ralph si ritrovò in piedi,con lo zaino appoggiato ai piedi, guardandosi intorno, curioso, stupito.
Con lo sguardo severo e curioso scrutava i volti, i  capelli, le calze a pois e quelle gonne un po’ più corte dell’anno prima e quelle gambe che da esili, ora avevano preso un po’ forma e gli scatenavano stranamente un certo subbuglio nello stomaco.
Jack arrivò di soppiatto, quasi di nascosto, teneva un profilo basso, distante, lo zaino tra le mani, quasi trascinato per terra, come se il peso fosse troppo da portare, non sulle spalle, ma nel cuore.
A Jack non piaceva la scuola, non gli era mai piaciuta, Jack voleva vivere la propria vita secondo i suoi valori, secondo i suoi desideri, cavalcando quei sogni che forse un giorno lo avrebbero portato lontano da quel piccolo mondo che già allora gli stava stretto come i pantaloncini blu che indossava sopra un paio di scarpe da tennis vissute.
Ralph sorrise, alzò il braccio e salutò il suo amico, sollevò lo zaino sulle spalle e gli si fece incontro. Un mesto saluto, colmo di rassegnazione uscì dalle labbra di Jack.
“Dai ragazzo, ci divertiremo” rispose Ralph mettendogli un braccio attorno al collo.

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Vortice di pensieri. Massimo Ginestri ©