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martedì 5 luglio 2016

Il rock nell'anima....



Anni passati a rincorrere la musica, le note come visioni, il rock come rivelazione.
Sono ormai lontani gli anni in cui sentivi quella sensazione di eccitazione che ti faceva palpitare il cuore tanto che quasi sentivi il gusto dell'adrenalina in bocca.
Il mio primo concerto veramente importante, quello che ha segnato tutta la mia esistenza musicale e non, fu a Torino.
A vedere cosa vi chiederete voi? beh, diciamo che comprai un biglietto per fare un giro nel tunnel dell'amore.
Eravamo giovani e liberi, giovani e vergini, come una lavagna bianca, come un mare agitato in tempesta che voleva sbriciolare gli scogli e farsi largo contro le bianche barriere di Dover.
Eravamo innocenti, incoscienti, eravamo noi e il mondo era fuori.
Conservo gelosamente quel biglietto un po' logoro, mezzo strapazzato, con gli angoli strappati e i colori che piano a piano si sbiadiscono.
Lo conservo come conservo tutti i miei ricordi buttati lì, alla rinfusa, come cenci sgualciti sulla seggiola in camera da letto, uno sopra l'altro mischiati, confusi, a volte consumati.
Quando capita che in giornate come queste, quando torna a suonare in quello stadio, visto e rivisto, quando vedi le foto su FB, i post di chi da sempre ti ha accompagnato nella vita e condiviso esperienze come queste, ti senti amareggiato, deluso, ti senti sconfitto e vuoto dentro.
Mi mancano i concerti come questo, mi manca quell'adrenalina che sale, quella sana sensazione di vivere qualcosa di grande, quel pezzetto di puzzle che serve a riempire un vuoto o a completare un angolo nella tua mente fatto di pensieri e di sogni .
La vita spesso ti fa scherzi stupidi, a volte atroci, a volte beffardi e allora arrivi dopo anni di sacrifici di sogni infranti contro le vetrate di una porta, di delusioni e amarezza, allora arrivi a pensare che nella vita ci sono momenti che passano e non ritornano più.
Ti fermi a pensare e a ripensare, cominci a tirare di nuovo le somme, a maledire quei contratti a tempo determinato che ti hanno fottuto la vita, a inveire contro una società a cui hai dato tanto e che non ti restituisce poi molto, anzi ti porta via qualcosa senza pensarci su due volte.
In questi momenti in cui la rabbia ti prende, guardo quelle foto su FB  degli amici che sono li e penso che forse sono esagerato a prendermela. I problemi sono altri, penserà qualcuno, beh ognuno ha i suoi, ma non è questo quello che conta, il vero problema è che mi hanno portato via un sogno un pezzo alla volta. La vita passa e scorre come un fiume, lasciando sulla riva pezzi di vita qua e là, scorre portandosi via i momenti, senza che possano ritornare, senza che tu possa fare nulla per arrestarlo. Questa è la rabbia che mi coglie.
Poi cerco di rivivere quell'esperienza da dentro e chiudo gli occhi e metto le mani sulle orecchie e la mia mente viaggia con i brividi sulla pelle mentre le luci della sera si abbassano sul palco e quella chitarra comincia a suonare.
Il mio pard di sempre è lì e so che lui sarà i miei occhi e le mie orecchie, come sempre, ed allora potrò dire che anche io c'ero, anche io ero li ad ascoltare quei suoni che ti fanno vibrare l'anima, sentendo il caldo che sale dal prato e le transenne che premono contro il mio stomaco, perché il rock è dentro l'anima anche se la mente e il corpo restano a guardare fuori dalla finestra in una calda notte d'estate.



lunedì 30 maggio 2016

We Are Alive.... (we are here....) !!


We Are Alive....  (we are here....) 
L'ho comprato per caso, come spesso mi succede quando compro un libro. Entri in libreria e giri, a zonzo, alla speraindio, alla rinfusa, guardando, curiosando, forse con l'idea di cercare... in realtà sei tu stesso ad essere osservato, scrutato, analizzato... poi lo senti, quel ronzio all'orecchio, quel "ch'è c'è? chi mi ha chiamato...?" ti giri, fai due passi verso uno scaffale che non ha nulla di diverso dagli altri, anzi, magari un po nascosto, le dita scorrono lungo le copertine dei libri messi a taglio sullo scaffale, poi con l'indice, facendo leva sul pollice il libro si piega verso di te, lo sfili da in mezzo agli altri...
Una scoperta... ti senti euforico, elettrizzato, come se avessi trovato un tesoro ssepolto da secoli, come se tu fossi il primo e unico ad aver messo le mani su qualcosa di incredibile... li a volte capisci quanto sei stupido...
...in ogni caso...
La copertina? La foto? il titolo? L'autore che a volte ti resta un semplice sconosciuto, "Hmmm chi ca...o è sto qui ?, Mai sentito!!"..poi una breve lettura nel retro a informati sull'autore, lo apri leggi due righe di prefazione, sfogli velocemente le pagine, poi con il pollice le fai scorrere rapidamente a ventaglio...Frrrrrrrrr...... 
"Massì, lo prendo"... così mi succede "quasi" sempre, in realtà il libro ti ha aspettato su quello scaffale, ha atteso che tu passassi li davanti, con l'aria stupida e stupita, gli occhi a palla che scrutavano i libri e si è detto "si, quest'uomo mi piace, è quello adatto per me".
Scelto a caso tra migliaia di umani torni a casa adottato da un libro e diventi un simbionte, ti siedi sul divano e cominci a leggerlo, tutto di un fiato e scopri, come in questo caso, come la vita di Bruce abbia influenzato non solo la tua vita, ma anche quella di chi lo conosce un po' meglio di te.
Un libro breve, un racconto intenso, aneddoti su Bruce, sulla preparazione del concerto, su momenti duri che ti hanno fatto risentire il sapore di sale delle lacrime quando un giorno hai appreso della scomparsa di un frammento nero della tua  anima.
Un libro da leggere e assaporare tra le righe, un libro che quando si ama qualcuno è sempre bello leggere per scoprire qualcosa di lui, dei sui pensieri, di ciò in cui crede, magari raccontato da chi lo ha conosciuto, il che non guasta mai.
Una volta finito, ti stimi per averlo scelto, inconsapevole che il libro ha scelto te e si è arricchito di vita, ha assolto il suo scopo, essere letto e gettare nella tua mente e nel tuo spirito il seme della consapevolezza...
Resterà li, sopito, grondante di piacere orgasmico, come dopo una gran galoppata di sesso.
Resterà lì, per qualche giorno, forse qualche settimana, lì, sul tuo tavolino, sul tuo comodino, 
Poi, un giorno, verrà posto facendo leva tra indice e pollice, in verticale, tra altri due libri, in una sorta di estasi perpetua, ibernato, in attesa di essere riletto, magari a distanza di tanto tempo, quando passando davanti alla tua libreria, sentirai un bisbiglio, un sussurro..."pssst...pssst...", allora tutto ricomincerà da capo. 
David Remnick
Giornalista prima del “Washington Post” e poi del “New Yorker” di cui è il direttore.
Autore di: "King of the worl: Muhammad Ali and the rise on an american hero" (Il re del mondo) (1999), biografia del mito e leggenda della boxe, quando la boxe era uno sport da uomini, Muhammad Ali (alias Cassius Clay), vincitore del premio  Pulitzer nel 1994 con il libro "Lenin’s Tomb: The Last Days of the Soviet Empire" (La tomba di Lenin: gli ultimi giorni dell'impero sovietico)... e tra molte altri scritti... We Are Alive. Ritratto di Bruce Springsteen (2013).
Dettagli
  • §  Listino:€ 9,00
  • §  Editore:Feltrinelli
  • §  Data uscita:22/05/2013
  • §  Pagine:128
  • §  Formato:brossura
  • §  Lingua:Italiano
  • §  Traduttori:Leonardo Colombati

martedì 17 maggio 2016

Ricordi



15 anni son passati...anzi uno in più...

Faceva caldo, ma la notte porta consiglio e insieme la speranza di essere in coda e di riuscire a prendere i biglietti.

“Tocca a te stanotte!" mi disse il mio Pard, non appena toccai il suolo Americano, benché fossi nel nuovo mondo (quello del nord) per la prima volta, mi sentivo comunque pronto.

Già, pronto a sacrificarmi, senza remore, senza pensieri, senza dubbi di sorta, volevo entrare nel grande circo in punta di piedi, ma con la testa alta, come chi non vuole sedersi in prima fila senza sbucciarsi un po' il culo sull'asfalto sporco dei marciapiedi .
La lista era fatta, il resto della notte sarebbe trascorsa tra le luci della città che non dorme mai e le sirene della polizia che ogni tanto risuonavano tra i grand canyon di asfalto e cemento della grande mela.

Non chiusi occhio fino al mattino successivo, la tensione era palpabile, la voglia di essere li e prendere quei biglietti era viva, era vera, la soddisfazione di essere tra i primi mi rese orgoglioso e grato. 

Oggi e cosi domani.. e così per sei sere di fila… oggi io... domani tu, domani insieme… 

Fu come calarsi in un imbuto stretto in cui vorticosamente i sogni, i pensieri, le sensazioni si mischiavano insieme, per uscire infine fuori, attraverso un tunnel, alla cui estremità risuonava allora un sax dolce e aggressivo ed una voce rauca “nella notte” del Madison Square Garden, una voce che gridava “Hello New York” !!! 

Tutto allora diventava irresistibilmente reale in un attimo lungo un'eternità, mentre la pelle si accappona e vibra tutta, pervasa da un senso di eccitazione e paura. 

Sogni… a volte si avverano e ti accompagnano per tutta la vita, per dire e poter ricordare, infine, a se stesso e a nessun altro.... io c'ero.... !!! 

Thx all, thx men, thx scooter !!

Under the bridge..



Non esiste il tempo senza i ricordi, i ricordi sono come gocce d'acqua nella pioggia che si perdono nella terra e da essa sgorgano come torrenti, prima impetuosi e poi lenti, come un fiume che calmo scorre.
E il fiume, come un pachiderma, lento, ozioso porta con se i peccati, i sogni, le speranze, le bugie, l'odio e l'amore. 
Il fiume passa sotto il ponte della vita di ognuno di noi, ma c'è chi sta sopra e dal parapetto lo guarda scorrere di lontano e chi invece, sta sotto, in compagnia del proprio fratello, ora vicino, ora lontano, a vivere il fiume, a vivere i ricordi, le speranze e le delusioni di una vita che nel bene o nel male, ci accomuna tutti, perchè siamo tutti fratelli sotto il ponte.