
...Continua...
I giorni trascorrevano caldi e lenti, come ogni estate.
La scuola era appena finita e una strana sensazione
pervadeva l’animo di Ralph, si sentiva come se le giornate fossero eternamente
lunghe, con quell’inebriante piacere di dormire fino alle nove del mattino e
poi ritrovarsi a trascorrere le lunghe ore della giornata come se non finisse
mai.
Le giornate d’estate erano tutte così , piene di luce,
l’aria calda riempiva ogni spazio, spesso talmente calda che Ralph si sentiva
soffocare, ma allo stesso tempo quella sensazione lo riempiva di felicità, come
quella sensazione di dolore quasi piacevole, che ti fa sentire vivo e godere a
pieno delle sensazioni della vita.
Più di tre mesi da trascorrete tra un tuffo al fiume, le
corse nei prati e l’ascoltare i suoni della notte masticando un rametto verde
di foglie di robinia, questo gli sarebbe spettato nelle settimane a venire.
Ralph benché fosse solo un bambino sapeva dentro di se che
avrebbe rimpianto queste estati, questi momenti cosi pieni di inebriante
felicità, momenti che sarebbero stati irripetibili e molto probabilmente, difficilmente
eguagliabili.
Raramente Ralph tornava in città, troppo costoso prendere il
torpedone tutti i giorni e troppo calda la città per trascorrerci le giornate,
ma avrebbe voluto tornarci per provare a
rivedere quel ragazzino che lo aveva così colpito, era curioso, forse nemmeno
lui sapeva perchè.
In realtà Ralph avrebbe voluto sentirsi dire grazie e girare
con la testa alta e il petto all'infuori per il gesto che aveva fatto, avrebbe
voluto sentirsi dire grazie e pavoneggiarsi un po’.
Non sarebbe mancata occasione di tornare in città, ma ora, i
primi giorni di vacanza erano così dolcemente inebrianti, erano così tante le
cose che Ralph avrebbe voluto fare in quei primi giorni, così tante da perdersi
confusamente a fare niente tutto il giorno, se non giocare con la vita.
E le giornate trascorrevano dolci e liete, masticando le
foglie di robinia seduto a gambe incrociate sul dondolo sotto il portico, tra
il cigolio della catena e il sussurrare del vento tra le persiane aperte.
Dopo mangiato Ralph si coricava sul letto, la finestra
aperta, le persiane socchiuse e la tenda bianca con il bordo in pizzo ricamato
che dondolava cullata da vento caldo.
Restava per delle ore a fissare il soffitto, fantasticando,
volando con i pensieri e la fantasia oltre i confini del mondo reale,
attraverso gli spazi e i mondi infiniti che uno ad uno si generavano nella sua
testa come un vortice che risucchiava il tempo, lo spazio, i sogni.
Continua
Precedente
Vortice di pensieri. Massimo Ginestri ©
Continua
Precedente
Vortice di pensieri. Massimo Ginestri ©
Nessun commento:
Posta un commento