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martedì 7 giugno 2016

Vortice di pensieri... il romanzo nasce sul blog... continua...

...Continua...

Le giornate trascorrevano come una vela sospinta dal vento in un mare di dolce tranquillità, i primi giorni dell’estate erano come un bimbo appena nato, vergini, vuoti, come un a lavagna bianca su cui poter scrivere ogni cosa.
Ralph amava l’estate più di ogni altra cosa, gli dava quel senso di libertà, senza costrizioni, era in quell’età in cui ogni giorno era una scoperta; si sentiva come un cercatore d’oro, come un esploratore in cerca di un tesoro, come un cavaliere alla ricerca del sacro graal.
Ogni giorno Ralph si sentiva come in preda ad un’euforia incomprensibile, indecifrabile, come se il suo desiderio più grande , la sua massima aspirazione fosse assimilare la conoscenza delle cose, imparare, apprendere, capire, scoprire il tutto.
Appena sveglio correva a fare colazione, rapido, preciso, una tazza di latte freddo e quattro biscotti, che la nonna preparava ogni domenica in quantità gargantuesche, il barattolo di vetro sembrava una fonte infinita, lo trovava sempre pieno, ogni giorno, ma non sarebbe stato sempre così, di li a pochi anni Ralph avrebbe scoperto la mancanza di quei frollini fatti in casa, l’assenza del loro inebriante profumo di nonna;  l’ultimo biscotto avrebbe segnato il primo punto a favore della vita e la consapevolezza che le cose belle, non durano per sempre.
La campagna intorno alla città era come un mondo a se, ricco, rigoglioso, come una sfera che inglobava ogni desiderio, ma che finiva, limitato, circondato, dalle lunghe infinite rotaie in ferro che portavano verso un universo sconosciuto e da quella lunga strada asfaltata che lo separava dalla periferia della città.
Spesso Ralph arrivava ai limiti del suo mondo e restava seduto ad aspettare che un lungo treno merci passasse fischiando, veloce, pesante, su quelle rotaie color rosso acceso la cui sommità lucida rifletteva i raggi del sole.
Lo vedeva correre tra il frastuono del metallo e il sibilo del vento che spostava i rami degli alberi e piegava le fronde degli arbusti che crescevano lungo i bordi coperti di bianche pietre.
Si chiedeva da dove veniva e dove era diretto, a volte fantasticava immaginando alla fine del punto di fuga, un tunnel , una porta verso un’altra dimensione, attraverso la quale il treno sarebbe passato, come attraverso uno specchio.
Altre volte si sedeva sotto un grosso albero di noci vicino alla lunga lingua nera di asfalto, non prima di averlo abbracciato, per pensare soddisfatto quanto fosse grosso quel tronco, quasi a cercare protezione, un abbraccio che lo rendeva più forte.
Passava le giornate a contare le poche macchine che passavano lungo la statale, i rimorchi carichi di fieno appena tagliato che passando lasciavano un profumo delicato e il torpedone che come un ape che vola di fiore in fiore trasportava il polline seminandolo ora qui ora la.
Guardando il torpedone gli veniva sempre in mente il primo giorno d’estate e quel ragazzino seduto sulla panchina che avevano condiviso.
Era passata già più di una settimana e la voglia di rincontrarlo era ostacolata solo dal costo del biglietto e dalla lontananza della città.

Ralph però non era un tipetto da mortificarsi o scoraggiarsi per così poco, gli sarebbe bastato un po’ di coraggio, un pizzico di incoscienza e la spensieratezza dei suoi anni per spingerlo a intraprendere quel piccolo viaggio alla ricerca di un amico che ancora non sapeva di avere.

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Vortice di pensieri. Massimo Ginestri ©

lunedì 6 giugno 2016

Vortice di pensieri... continua...


...Continua...

I giorni trascorrevano caldi e lenti, come ogni estate.
La scuola era appena finita e una strana sensazione pervadeva l’animo di Ralph, si sentiva come se le giornate fossero eternamente lunghe, con quell’inebriante piacere di dormire fino alle nove del mattino e poi ritrovarsi a trascorrere le lunghe ore della giornata come se non finisse mai.
Le giornate d’estate erano tutte così , piene di luce, l’aria calda riempiva ogni spazio, spesso talmente calda che Ralph si sentiva soffocare, ma allo stesso tempo quella sensazione lo riempiva di felicità, come quella sensazione di dolore quasi piacevole, che ti fa sentire vivo e godere a pieno delle sensazioni della vita.
Più di tre mesi da trascorrete tra un tuffo al fiume, le corse nei prati e l’ascoltare i suoni della notte masticando un rametto verde di foglie di robinia, questo gli sarebbe spettato nelle settimane a venire.
Ralph benché fosse solo un bambino sapeva dentro di se che avrebbe rimpianto queste estati, questi momenti cosi pieni di inebriante felicità, momenti che sarebbero stati irripetibili e molto probabilmente, difficilmente eguagliabili.
Raramente Ralph tornava in città, troppo costoso prendere il torpedone tutti i giorni e troppo calda la città per trascorrerci le giornate, ma avrebbe voluto tornarci per provare  a rivedere quel ragazzino che lo aveva così colpito, era curioso, forse nemmeno lui sapeva perchè.
In realtà Ralph avrebbe voluto sentirsi dire grazie e girare con la testa alta e il petto all'infuori per il gesto che aveva fatto, avrebbe voluto sentirsi dire grazie e pavoneggiarsi un po’.
Non sarebbe mancata occasione di tornare in città, ma ora, i primi giorni di vacanza erano così dolcemente inebrianti, erano così tante le cose che Ralph avrebbe voluto fare in quei primi giorni, così tante da perdersi confusamente a fare niente tutto il giorno, se non giocare con la vita.
E le giornate trascorrevano dolci e liete, masticando le foglie di robinia seduto a gambe incrociate sul dondolo sotto il portico, tra il cigolio della catena e il sussurrare del vento tra le persiane aperte.
Dopo mangiato Ralph si coricava sul letto, la finestra aperta, le persiane socchiuse e la tenda bianca con il bordo in pizzo ricamato che dondolava cullata da vento caldo.

Restava per delle ore a fissare il soffitto, fantasticando, volando con i pensieri e la fantasia oltre i confini del mondo reale, attraverso gli spazi e i mondi infiniti che uno ad uno si generavano nella sua testa come un vortice che risucchiava il tempo, lo spazio, i sogni.

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Vortice di pensieri. Massimo Ginestri ©